Perchè il calcio oltre che uno sport è anche un business, un grande business. Perchè mi guardi? che vuoi? In forza di ciò il Trento fu ammesso nella nuova Serie C per la stagione 1935-36, ove però arrivò ultimo, retrocedendo in Prima Divisione. Potenza muscolare, forza ridotta di un muscolo o un arto per diverse ragioni, come ad esempio a causa di una ferita spinale . A vantare il mandato tecnico più lungo è tuttora proprio Guido Baccani, rimasto al timone della squadra per 18 stagioni, compresi gli anni in cui le attività erano sospese a causa della prima guerra mondiale, dal 1906-07 al 1923-24. Sia il numero di stagioni consecutive che quello totale sono record per i tecnici del club romano. L’anno dopo, tornò sulla panchina Bruno Baveni ma l’avventura in Serie C2 pur non partendo sotto i migliori auspici, con il ritorno a Trento di Lutterotti e Domenicali, in attacco l’arrivo di Fabrizi, Marchetti ed Araldi, Bencardino e Castioni in difesa, si rivelò esaltante e dopo una partenza di rincorsa sulle fuggitive Ospitaletto e Virescit, il colpaccio arriva all’ultima giornata, quando sul campo della capolista Ospitaletto, gli aquilotti sbancarono con un gol di Bencardino e arrivano allo spareggio di Mantova proprio con i bresciani battendoli e ritornando dopo appena un anno in Serie C1 vincendo una partita-promozione ai rigori grazie alle parate di Mair ed al tiro finale di Lomanno.
L’anno dopo, peraltro, gli aquilotti arrivarono ultimi retrocedendo in Serie D. Con la stagione di Serie D 1976-1977 arrivò l’era di David, che subentrò in panchina a Franzoi a gennaio segnando l’immediato ritorno in Serie C con propositi ambiziosi come Piergiorgio Lutterotti che divenne una delle bandiere di sempre del calcio trentino. Per il ritorno in Serie C, dopo tre anni in Promozione Interregionale, il Trento dovette attendere la stagione 1950-1951, nella quale mise a segno 119 reti in 34 partite con 62 punti conquistati. Le presenze e reti includono anche le coppe. Italia e Brasile si presentarono entrambe all’atto conclusivo con due coppe del mondo conquistate e, in conseguenza del risultato della finale, il trofeo andò ai sudamericani. Il nuovo mondo · La prima stagione del nuovo decennio, dopo un avvio difficoltoso, regalò ai tifosi un dignitoso piazzamento a metà classifica, poi, Baveni lasciò la carica di mister per divergenze con il DS David e viene sostituito da Stevanato, cui seguì una la politica di valorizzazione dei giovani regionali cara a David portando in squadra Demattè, Montagni, Bertinato e Pallanch, a rafforzare il reparto arretrato a ottobre arrivò dall’Udinese Gigi De Agostini futuro azzurro.
Trento riuscì a mantenere la Serie D grazie all’intervento di Massimo Dalfovo, ex direttore sportivo del Trentino Volley, che rifondò il club con la denominazione Nuovo Calcio Trento, poi mutata in Trentino Calcio Trento. L’annata successiva in Serie C, la squadra assunse denominazione di Associazione Calcio Trento-Caproni, in quanto filiale dopolavoristica della locale fabbrica di aerei, col solo azzurro come colore sociale. Il 28 settembre 1929 il sodalizio fu riorganizzato con la denominazione di Associazione Sportiva Trento e, per richiamarsi all’araldica cittadina, adottò i colori sociali giallo-blu, ma fallì subito. Il calcio a Trento giunse nel 1921 con la nascita dell’Associazione Calcio Trento, che nel 1921 riunì le preesistenti Unione Ginnastica Trento, i cui colori sociali erano il bianco-celeste con il leone rampante, e Sport Pedestre (anche detta Pro Trento) le cui divise da gioco erano nero stellate (poiché i fondatori erano simpatizzanti del Casale). Nella stagione successiva il club tridentino si ripresentò ai nastri di partenza nel campionato di Prima Divisione 1940-1941 piazzandosi quarto e venendo promosso in Serie C a completamento organici. Dal 1936 al 1937 per il Trento vi fu un periodo di inattività dovuto a problemi societari e finanziari; si procedette pertanto a rifondare il club recuperando il nome Associazione Calcio Trento che parteciperà alla Prima Divisione e che verrà ammesso in Serie C al termine della stagione di Prima Divisione 1938-1939. L’esperienza in Serie C, però, durò appena un anno per poi retrocedere e ritornare in Prima Divisione.
Il 17 giugno c’è il ritorno, in un Briamasco gremito da 2 000 spettatori: nonostante le parecchie assenze, il Trento riesce a vincere per 1-0 grazie alla rete di Marzochella, che dà il via alla festa dei supporter trentini. Nel 1948 alla presidenza del Trento arrivò il politico Renzo Helfer, che per tanto tempo resse le sorti societarie: furono questi gli anni dei derby contro il Rovereto, che richiamarono al Briamasco oltre 5.000 tifosi. Nella stagione di Serie C 1951-1952, la squadra venne in parte smobilitata per esigenze di bilancio, in cui i sogni dei tifosi gialloblù si dovettero fermare al quinto posto che segnarono la retrocessione nella neonata IV Serie e l’addio al sogno della nuova Serie C a girone unico. Nel 1970, alla vicepresidenza della società gialloblù, giunse il Presidente della Giunta provinciale Giorgio Grigolli con l’intento di ottenere la promozione in Serie C. Il suo arrivo spinse l’entusiasmo intorno alla squadra registrando punte di 6000 presenze allo stadio ove, all’ultima giornata, il Trento presentandosi in trasferta a Castelfranco con un punto di vantaggio sul Pordenone secondo in classifica e facendosi riprendere e arrivando pari in classifica dovrà disputare uno spareggio-promozione. Il tam-tam tra i brand di questa classifica ci riporta da adidas, stavolta lato Belgio.