Al collegio di parte civile si contrappose un altro futuro presidente della Repubblica, il democristiano Giovanni Leone, difensore degli imputati. Allora Faralli gridò più volte che Siravo era un fascista perché aveva fatto assolvere Basile, ma il deputato democristiano Giovanni Leone, avvocato napoletano, rispose che Siravo era il più indipendente magistrato di Napoli. Pertini riferì altre frasi, riportate dalla stampa, che sarebbero state pronunciate nella requisitoria dal PG Siravo (Basile «non era collaborazionista e se lo fosse stato, forse avrebbe avuto ragione, se si pensi come i liberatori sono stati ingrati verso il popolo italiano», «Basile, oggi imputato, potrebbe domani essere portato sugli scudi!»), corroborate da quanti, avvocati e parti civili presenti in aula, egli aveva personalmente intervistato. Questa voce o sezione sugli argomenti politici e giornalisti è priva o carente di note e riferimenti bibliografici puntuali. Pertini, peraltro, non costituì mai nel PSI una propria corrente e vantava rapporti travagliati (quando non pessimi) con quasi tutti gli esponenti socialisti (disse di lui il compagno di partito Riccardo Lombardi: «cuore di leone, cervello di gallina». Fu successivamente eletto nella lista del PSI alla Camera dei deputati nel 1953, e poi ancora nel 1958, 1963, 1968, 1972 e nel 1976, nel collegio Genova-Imperia-La Spezia-Savona, per divenire presidente prima della commissione parlamentare per gli Affari interni e poi di quella degli Affari costituzionali, e nel 1963 vicepresidente della Camera.
Sulla base di queste indagini, si aprì un lungo iter giudiziario tra assoluzioni e condanne in vari tribunali italiani, in quanto i difensori degli imputati, asserendo il grande clamore mediatico esistente sul caso a Palermo, sede naturale del processo, ottennero che lo stesso venisse trasferito, per legitima suspicione, alla Corte d’assise presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Qui il processo di primo grado iniziò il 18 marzo 1960 e si concluse il 21 dicembre 1961 con la condanna all’ergastolo di tutti e quattro gli imputati, accogliendo la ricostruzione del delitto fatta da Scaglione, Pertini, Sorgi e Taormina. Il 19 novembre 1947 fu presentata un’interrogazione parlamentare al Ministro della Giustizia dai socialisti Gaetano Barbareschi, Vannuccio Faralli e Sandro Pertini nella quale si chiedeva quali provvedimenti si intendessero adottare contro il Procuratore Generale di Napoli Siravo, il quale, a detta dei tre esponenti socialisti, nella requisitoria del processo Basile aveva dichiarato che le leggi eccezionali contro i fascisti erano una «mostruosità» e aveva sostenuto che la magistratura del nord, nel giudicare i fascisti, aveva compiuto non opera di giustizia ma di vendetta, in quanto aveva subito interferenze estranee. Il deputato napoletano democratico nazionale Amerigo Crispo rispose che nessuna delle frasi citate si trovava in quella forma nel testo stenografato della requisitoria.
Tale accusa tuttavia, non è mai stata dimostrata e, secondo alcuni osservatori e commentatori, lo scioglimento del gruppo è da ricondursi a questione politiche (la Fossa era da tempo entrata in contrasto con gli altri gruppi ultras milanisti, legati ad ambienti di destra) ed economiche (il controllo della gestione dei biglietti, del merchandising e dell’organizzazione delle trasferte). Il secondo invece rappresenta un quadrato nero spezzato da un pallone ed è situato nel luogo in cui si trovava il campo di concentramento di Syrec. Newell’s e Perugia, infatti, sono in disaccordo sul prezzo da attribuire al giocatore: almeno 4 milioni di dollari secondo i primi, molto meno secondo Gaucci. Mentre dalla Prima Squadra sono arrivati al professionismo Quinto Bertoloni, Mario Mazzoni, Lamberto Piovanelli, Andrea Pepi, Luciano Spalletti, Pierluigi Cencetti, Jacopo Balestri, Piero Baroncini, Franco Ferrari e Ibrahim Abdul Razak. Dall’indipendenza dell’Islanda dalla Danimarca, proclamata il 17 giugno 1944, il calcio nazionale trasse subito vantaggio, poiché la prima partita ufficiale della selezione islandese ebbe luogo il 17 luglio 1946: al Melavöllur di Reykjavík gli islandesi furono sconfitti dalla Danimarca per 3-0. In quella circostanza la nazionale islandese schierò: Hermannsson; Gíslason, K. Guðmundsson, Brynjólfsson, Ólafsson, Óskarsson; Jónasson, A. Guðmundsson; Einarsson, Helgason, Sölvason. Il Trefoil che svetta sul petto accanto allo stemma del club ti darà la carica necessaria per condurre i tuoi compagni alla vittoria.
Dal 2007 il precedente logo è stato leggermente modificato: infatti i due diavoli sono entrati in uno stemma triangolare, richiamante i colori rosso e nero, in mezzo alle scritte U.S. Tra le opzioni inserite, non tutte presenti in tutte le conversioni, ci sono differenti campi da calcio, dotati di proprie caratteristiche di rimbalzo e di frizione a terra con la palla, maglie personalizzabili, squadre e tattiche personalizzate create con Player Manager, calci di punizione diretti con barriera, intensità del vento, replay salvabili, arbitri con caratteristiche variabili. 2022 l’unico spazio espositivo nel continente eurasiatico – oltre dell’House of European Football sita a Nyon, in Svizzera – in cui erano presenti in modo permanente i trofei delle sei competizioni maschili gestite dall’Unione Europea delle Federazioni Calcistiche (UEFA). So che il mio modo di fare può essere irritante. Se tacessimo, considerando questa bestiale reazione una logica conseguenza delle responsabilità dei dirigenti comunisti da noi tempestivamente denunciate, cesseremmo di essere socialisti, e diverremmo, sia pure inconsapevolmente, complici della reazione che in Ungheria tenta di riaffermare il suo antico potere.